Scienza – Spazio

La ricerca scientifica richiede oggi strutture sempre più complesse e tecnologie all'avanguardia. Di conseguenza, le collaborazioni internazionali stanno diventando uno strumento comune per ridurre i costi di progetti su larga scala e a lungo termine, condividere i rischi e aumentare le competenze.

Italia e Stati Uniti vantano una lunga cooperazione di altissimo livello in campo scientifico, che ha visto una forte crescita dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche grazie al collegamento con scienziati italiani trasferitisi negli Stati Uniti dopo l’introduzione delle leggi razziali. L’attuale base giuridica è l’Accordo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica firmato a Roma nel 1988, soggetto a revisione triennale (la prossima avverrà nel 2022). L’Accordo copre le aree di maggior interesse per entrambi i Paesi e tutte le principali agenzie ed enti di ricerca.

L’Ambasciata svolge un ruolo di raccordo e valorizzazione per i tanti scienziati italiani presenti, gli enti di ricerca e le varie istituzioni. La presenza negli Stati Uniti di oltre 15.000 ricercatori italiani e di un numero crescente di docenti italiani nelle Università americane rappresenta una risorsa preziosa e un’opportunità per rafforzare la cooperazione bilaterale.

Nel campo della fisica Italia e Stati Uniti hanno da tempo stretti rapporti, nelle ricerche di fisica delle particelle elementari, nucleare ed astro-particellare. Diversi team statunitensi collaborano alle attività dei laboratori italiani del Gran Sasso, così come decine di ricercatori italiani sono impegnati in progetti concentrati al Fermi Lab di Chicago ed al Jefferson Lab in Virginia. Prosegue la collaborazione del progetto europeo Virgo con il simile esperimento statunitense LIGO nel settore dello studio delle onde gravitazionali, coronata dal comune annuncio della loro scoperta, effettuato a Washington nel 2016.

Nell’ambito della biomedicina, università italiane e enti di ricerca del MUR hanno stipulato negli anni diversi accordi quadro, convenzioni e progetti di ricerca con università e centri di ricerca americani, che rappresentano circa il 7% di tutti gli accordi internazionali sottoscritti da enti italiani del settore. Ad essi vanno aggiunti gli accordi di ricerca stipulati tra i vari Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e istituzioni statunitensi. Importanti cooperazioni a livello di enti di ricerca stanno avvenendo nei settori della chimica e nanotecnologie.

Nel campo dello spazio, oltre al partenariato storico con NASA nato nel 1962 con la firma dell’accordo per il lancio del San Marco, primo satellite italiano, l’Agenzia Spaziale Italiana ha dato vita in tempi recenti a nuove collaborazioni nel nascente mondo della Space Economy. Importante il forte supporto italiano alla creazione e gestione della Stazione Spaziale Internazionale, avviata nel 1984 e completata nel 2000. In quest’ambito sono stati realizzati voli di astronauti italiani ed esperimenti scientifici. Nel 2020 l’Italia ha deciso di partecipare alla missione Artemis per riportare astronauti sulla Luna. Sono attive inoltre molte collaborazioni per l’esplorazione dello spazio extra-atmosferico e di Marte. A partire dal 2021 gli astronauti europei e italiani riprenderanno i lanci dal territorio americano. Scienziati e imprese italiane hanno collaborato alla realizzazione del Telescopio Hubble e del futuro James Webb Space Telescope, lanciato nell’ottobre 2021.

Da ricordare i premi Nobel vinti da fisici italiani che si sono trasferiti negli Stati Uniti come Enrico Fermi, a cui è dedicato il maggiore laboratorio americano, Emilio Segre’ (Nobel nel 1959 per la scoperta dell’antiprotone) e Riccardo Giacconi (Nobel nel 2002 per la scoperta delle sorgenti cosmiche dei raggi X). Enrico Bombieri della Princeton University ha vinto nel 1974 la Fields Medal, considerata il Nobel per la matematica e Silvio Micali il Premio Turing nel 2012, considerato il Nobel dell’informatica. In medicina altri premi Nobel sono stati vinti da italiani che hanno proseguito le proprie ricerche negli Stati Uniti, come Renato Dulbecco (nel 1975 per gli studi sui virus che possono causare il cancro) e Mario Capecchi (nel 2007 per i suoi studi di genetica). Importante anche la collaborazione di Rita Levi Montalcini (Nobel 1986 per la scoperta del fattore di accrescimento della fibra nervosa) con la Washington University di St. Louis, dove lavorò e visse per trent’anni, e fu membro della National Academy of Sciences. Da parte loro, molti vincitori americani si sono avvalsi di importanti collaborazioni da parte di ricercatori italiani.

Per celebrare l’anniversario dei 160 anni, si prevedono due eventi principali.

In occasione della Giornata della Ricerca italiana nel mondo si è stabilita una collaborazione con la prestigiosa National Academy of Sciences per un evento nell’ambito del Nobel Prize Summit sulla collaborazione tra Italia e USA in tema di sostenibilità urbana, con focus in materia di transizione energetica e cambiamenti climatici. Si valorizzerà in tal modo il ruolo di primo piano assunto dall’Italia nel 2021 come Presidenza del G20 e co-partner con il Regno Unito della Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP26).

Il secondo evento in programma è la riunione annuale della Italian Scientists and Scholars in North America Foundation (ISSNAF) in occasione della quale vengono conferiti premi alla carriera e a giovani studiosi italiani che si sono distinti in tutti i campi della ricerca. Dal 2020 si prevede un premio promosso dall’Ambasciata su una tematica di rilievo per l’anno che si sta per chiudere. ISSNAF è la più importante rete di ricercatori italiani in Nord America per numero e diffusione geografica, fondata da oltre un decennio su impulso dell’Ambasciata e il cui Advisory Board è presieduto dall’Ambasciatore d’Italia a Washington.

Accanto a questi, verrà valorizzato filone Clima e Ambiente, alla luce del citato ruolo italiano in seno al G20 e alla COP26.